La nascita della nostra scuola

…leggenda della nascita della scuola ‘ A. Provolo’…raccontate dai nostri alunni.

Ecco come alcuni dei nostri alunni hanno raccontato in un tema la nascita della nostra scuola…
Arianna: “…un giorno una scia colorata, luminosa e con delle scritte sopra ogni colore apparve in un sogno ad Antonio. Lui cercò di guardare le scritte e vide che sopra ogni colore c’era scritta un’emozione…Antonio per far capire a sua mamma cosa aveva visto disegnò su un foglio la stessa scia che aveva visto nel sogno. Sua madre cercò di trasformarla in musica, fece capire ad Antonio che ogni colore apparteneva a un suono, e in questo modo Antonio, che era un bambino sordomuto, potè esprimere tutte le sue proprie emozioni… Il nome finale divenne così “scuola Antonio Provolo, I colori della musica”…”

Marta: “…il padre disse: “Sarebbe utile fare così anche con le persone, educarle fin da bambini in modo che cresciuti possano riuscire a fare tutte le cose e ad arrangiarsi per organizzare la propria vita…I giorni passarono e l’uomo iniziò a pensare a come poter realizzare la sua idea. Aveva in mente di costruire un edificio e di farlo frequentare a tutti i bambini del paese, ogni giorno tranne la domenica, destinata a passare del tempo con i parenti e gli amici. Poi convinse delle persone esperte a costruire quella specie di casa con molte aule (una per ogni classe), bagni, spazi dove mangiare e una palestra per allenarsi…Quando ci furono abbastanza richieste, la scuola aprì: i bambini imparavano cose nuove e nei momenti di pausa giocavano insieme e facevano nuove amicizie. Anche i genitori facevano amicizia a vicenda, così la popolazione del paese diventò più unita e i rapporti si rafforzarono a mano a mano che passava il tempo. Le altre città d’Italia vennero al corrente di ciò che stava accadendo al Chievo e furono entusiasti di questa iniziativa. Così ebbe origine la scuola…”

Asia: “…moltissimi anni dopo la palestra fu ristrutturata perché era troppo rovinata ma questa volta gli spogliatoi furono costruiti all’interno della palestra. Lo spirito del prof. Gamba Felice quando vide la nuova palestra ne rimase colpito e pensò subito di viverci dentro. In questo modo avrebbe reso allegre tutte le persone che sarebbero passate di li…”